Donazioni e trapianti, il 2020 segna un calo anche in Europa. Italia e Regno Unito reggono l’impatto
Il Covid lascia il segno anche sull’attività di donazione e trapianti in Europa. Lo confermano i dati pubblicati dal Centro nazionale trapianti e forniti dalle Autorità competenti dei Paesi dell’UE. La buona notizia è per l’Italia che, insieme al Regno Unito, riesce a contenere meglio di altri territori l’impatto della pandemia.
Il calo più brusco in termini di donazioni lo registrano la Francia (-21,7%) e la Spagna (-20,5%), con conseguenti e inevitabili ripercussioni anche sugli interventi chirurgici che, rispettivamente, si riducono del 18,8% e 25,1%. Dati che, al di là degli effetti provocati dall’emergenza sanitaria, segnano una regressione anche rispetto alle performance dei due Paesi nel 2019, quando avevano superato il traguardo dei 5mila interventi nel corso dell’anno.
Tra le nazioni che tradizionalmente hanno un’attività trapiantologica intensa, sono il Regno Unito e l’Italia a contenere meglio l’urto del Covid: in particolare il nostro Paese ha chiuso il 2020 con una riduzione di donazioni del 10,4% e dell’8,8% per quanto riguarda i trapianti rispetto all’anno precedente. Anche la Germania è risultata tra le nazioni che più hanno sofferto in questo ambito, nonostante la sua attività sia inferiore rispetto ai territori precedentemente citati. Male anche la Grecia che ha ridotto le donazioni del 21,3% e i trapianti del 18,3%.
L’Europa, insomma, si conferma tra i continenti che stanno pagando il prezzo più alto dall’inizio della pandemia, con oltre 30 milioni di contagiati e più di 700mila vittime: una situazione che, unita alle ripercussioni provocate sui singoli sistemi sanitari, ha generato i dati negativi in questione. Un qualcosa che si evince chiaramente proprio dai numeri dei trapianti, perché è dai reparti di terapia intensiva (i primi a essere stati trasformati in reparti Covid) che inizia il processo di selezione del potenziale donatore.