Epatopatia associata all’alcol, una forma in costante aumento
Oscilla tra il 10 e il 20% il numero dei pazienti in cui l’epatopatia associata all’alcol (ALD) provoca la cirrosi. Più precisamente, nel 2017 oltre due milioni di persone negli Stati Uniti hanno fatto registrare questa forma, correlata al consumo di bevande alcoliche. Lo conferma uno studio pubblicato nei giorni scorsi sul Journal of the American Medical Association. L’ALD è la causa principale di mortalità associata al fegato, nonché la prima indicazione per il trapianto: il problema maggiore, in particolare oltreoceano, è rappresentato dalla difficoltà di ottenere un trattamento specifico.
Questo studio è stato condotto su poco più di un milione di ricoveri negli USA per malattie epatiche croniche tra il 2012 e il 2016: ha evidenziato un aumento della percentuale di ricoveri correlati all’ALD dal 19,4% nel 2012 al 37,7% nel 2016. Costi ospedalieri e mortalità sono superiori a quelli generati dall’epatite B e C. Gli autori hanno esaminato 97 articoli, inclusi 9 studi clinici randomizzati, 13 meta-analisi, 51 studi osservazionali prospettici, 15 revisioni e 11 linee guida di pratica clinica per rivedere lo stato attuale di questa malattia.
La steatosi, l’epatite alcolica e la fibrosi sono i tre reperti patologici associati alla progressione verso la cirrosi, con il più alto rischio nei pazienti con epatite alcolica. La quantità e la durata del consumo di alcol, il sesso femminile, l’obesità e i polimorfismi genetici specifici sono fattori di rischio per la progressione della malattia epatica associata all’alcol. La sopravvivenza a dieci anni dei pazienti con ALD è dell’88% tra coloro che sono astinenti e del 73% per coloro che ricadono nel consumo di alcol. L’epatite alcolica sintomatica è caratterizzata da una rapida insorgenza di ittero e un rischio di mortalità del 30% un anno dopo la diagnosi. L’epatite alcolica grave è associata allo sviluppo di insufficienza epatica cronica e insufficienza multiorgano.
La terapia con corticosteroidi è associata a un miglioramento della sopravvivenza a un mese dal 65% nei pazienti non trattati all’80% nei pazienti trattati. Il trapianto di fegato precoce può essere appropriato in pazienti altamente selezionati con epatopatia associata all’alcol grave che non rispondono alla terapia medica. Nei pazienti con cirrosi scompensata, il trapianto di fegato deve essere preso in considerazione se il punteggio Model for End-Stage Liver Disease rimane maggiore di 17 dopo 3 mesi di astinenza dall’alcol. Tra il 2014 e il 2019, la percentuale di pazienti in attesa di trapianto di fegato con malattia epatica associata all’alcol è aumentata dal 22% al 40%. La cirrosi associata all’alcol ha rappresentato circa il 27% di 1,32 milioni di decessi in tutto il mondo correlati alla cirrosi nel 2017.