Giornata mondiale dell’epatite, un nemico ancora da sconfiggere
Oltre un milione di decessi ogni anno e solo il 10% delle diagnosi nelle persone che hanno un’infezione cronica. Sono solo alcuni dei numeri pubblicati dall’Organizzazione mondiale della sanità in occasione del 28 luglio, giorno in cui, come ogni anno, viene celebrata la Giornata mondiale dell’epatite.
I dati dicono che, nonostante l’impegno e le indicazioni per centrare l’eradicazione completa entro il 2030 (in particolare dell’HCV), la strada da percorrere è ancora lunga. Nel mondo sono 325 milioni le persone che convivono con un’infezione da epatite e 9.400.000 sono i pazienti che stanno ricevendo un trattamento per l’epatite C cronica: solo il 42% dei bambini, a livello globale, ha accesso alla nascita alla dose del vaccino contro l’epatite B. L’epatite virale è un’infiammazione del fegato che causa gravi malattie tra cui il cancro epatocellulare.
In base ai dati del SEIEVA (il Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2020 in Italia sono stati segnalati 106 nuovi casi di epatite B acuta, con un’incidenza diminuita rispetto al 2019 e che risulta essere pari a 0,2 per 100.000 abitanti. Le Regioni che hanno segnalato la maggior parte dei casi sono state Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Lombardia. Sono stati invece 19 i casi di epatite C acuta, con un’incidenza di 0,04 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione anche in questo caso rispetto al 2019. Il maggior numero di casi è stato segnalato dalla Lombardia e dal Veneto, seguite da Emilia Romagna e Lazio.
Il claim scelto per l’edizione di quest’anno della Giornata mondiale dell’epatite è “Hep cant’ wait”(l’Epatite non può aspettare), con l’obiettivo di condividere l’urgenza di sforzi necessari a eliminare questa forma come minaccia per la salute pubblica entro il 2030. Con una persona che muore ogni 30 secondi per una malattia correlata all’epatite, anche nell’attuale crisi sanitaria generata dal Covid-19, è necessario agire sull’epatite virale.
Per celebrare la giornata, l’OMS sta ospitando un talk show globale che fornisce una piattaforma per leader globali, regionali e nazionali, responsabili politici, comunità e altre parti interessate per discutere le opportunità per accelerare la risposta all’epatite e completare l’eradicazione. Contributi e storie dai Paesi saranno presentati all’evento (a cui è possibile registrarsi attraverso questo link). Le persone che convivono con l’epatite hanno urgenza di ricevere cure salvavita. È possibile, come spiega l’OMS, “prevenire la trasmissione dalle madri ai bambini, ma le donne non possono aspettare, così come i neonati devono avere garantito il vaccino contro l’epatite B alla nascita”. La necessità è quella di ricevere maggiori investimenti e di far sì che più servizi sanitari “collaborino tra loro per completare l’eradicazione del virus. Iniziare da subito significa salvare vite umane”.
Ecco perché il claim è “can’t wait”. Perché non è più possibile aspettare. Per nessuno.