Focus 21 Settembre 2022

La chirurgia robotica nel trapianto di fegato: benefici e funzionamento

Una procedura sempre più diffusa non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. La chirurgia robotica nel trapianto di fegato è una tecnica ormai sicura e avanzata che garantisce il massimo vantaggio per i pazienti che vi si devono sottoporre. Per effettuare la resezione epatica mini-invasiva, la piattaforma “da Vinci” è la più utilizzata: sono oltre 100 le strutture sanitarie del nostro Paese che ne sono dotate e circa 5mila nel resto del mondo.

La versatilità di questo robot lo rende efficace in diversi ambiti: dall’urologia alla chirurgia toracica, passando per la ginecologia e, appunto, la chirurgia del fegato. Ovviamente non agisce autonomamente, ma viene manovrato dal chirurgo: lontano dal tavolo operatorio e seduto alla postazione, attraverso un monitor muove i bracci della piattaforma a cui sono collegate le attrezzature per intervenire in laparoscopia. Le incisioni sono ridottissime grazie alla proiezione tridimensionale e ad altissima risoluzione del tavolo operatorio.

I vantaggi della chirurgia robotica nel trapianto di fegato sono diversi. Tra questi ci sono:

  • La riduzione del traumatismo tissutale, grazie a incisioni piccolissime;
  • La minore necessità di trasfusioni per effetto del minor sanguinamento del paziente;
  • La degenza più corta e il ridotto dolore post-operatorio;
  • La rapidità del recupero delle attività quotidiane;
  • La maggiore facilità di eseguire manovre chirurgiche complesse;
  • L’elevata sicurezza per il paziente

La telerobotica si affacciò per la prima volta nel 1997 e qualche anno dopo, su Springer Nature, venne raccontata la sua applicazione per il trattamento di una colecistectomia laparoscopica con un prototipo proprio del “da Vinci”. È una tecnologia super avanzata che permette al chirurgo di eseguire suture in modo semplice, anche in spazi complicati da raggiungere, nonché di filtrare il tremore delle mani e beneficiare di una migliore visualizzazione della parte da incidere. Soprattutto in ambito epatico e delle vie biliari, dove questo sistema veniva inizialmente adottato durante le resezioni per isolare gli elementi del peduncolo e l’inizio della resezione vera e propria. Successivamente, sono state pubblicate le casistiche dei vari centri che hanno confermato l’affidabilità di questa procedura, insieme alla sua sicurezza, a basse perdite ematiche e al tasso di complicanze post-operatorie molto contenuto.