La cirrosi scompensata aumenta la mortalità per Covid-19
La cirrosi scompensata aumenta la mortalità per Covid. È quanto emerge da uno studio condotto su 136 casi adulti, con infezione da SARS-CoV-2 confermata in laboratorio da 33 centri in 11 Paesi europei, di cui 113 colpiti dal virus.
Nella fattispecie, la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su Gut, ha evidenziato l’aumento della mortalità nei candidati al trapianto di fegato positivi al Covid: mortalità che ha toccato il 45% in quelli con cirrosi scompensata (DC). La principale causa di decesso è stata l’insufficienza respiratoria, con la prognosi infausta dei pazienti con DC che suggerisce l’adozione di rigorose misure preventive e l’urgente verifica della vaccinazione.
Lo studio è durato dal 21 febbraio al 20 novembre 2020. Dopo una mediana di 18 giorni, sono stati 37 sui 113 positivi i pazienti a morire con insufficienza respiratoria come causa principale. Il rischio di mortalità a 60 giorni non è cambiato granché tra la prima e la seconda ondata. L’analisi di regressione di Cox multivariata ha rivelato due importanti fattori indipendenti negativi per la mortalità. Il primo era un punteggio Lab-MELD di 15 o superiore (punteggio MELD 15-19 HR=5,46; 95% CI, 1,18-16,5; MELD score 20 HR=5,24; 95% CI, 1,77-15,55), mentre l’altro era la dispnea alla presentazione (HR=3,89; 95% CI, 2,02-7,51).
Ventisei pazienti sono stati sottoposti a trapianto di fegato dopo un tempo mediano di 78,5 giorni e 25(96%) erano vivi dopo un follow-up mediano di 118.
Lo studio conferma quindi che la cirrosi scompensata aumenta la mortalità per Covid e che le persone con cirrosi sono esposte a rischio maggiore di infezioni e complicanze a seguito della disfunzione immunitaria associata alla cirrosi stessa.