L’efficacia della linfadenectomia nel colangiocarcinoma intraepatico
Valutare l’efficacia della linfadenectomia nel trattamento del colangiocarcinoma intraepatico. È ciò su cui si è concentrato uno studio, condotto in collaborazione tra l’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, pubblicato sul Journal of Hepatology.
Questa neoplasia maligna ha origine dai dotti biliari e rappresenta il 10-15% di tutti i tumori primitivi del fegato: nel nostro Paese ha un’incidenza che oscilla da 0,5 a 1,2 casi per 100mila abitanti. Lo stato linfonodale è un importante indicatore di sopravvivenza nel colangiocarcinoma intraepatico (ICC), ma la necessità di eseguire la linfadenectomia nei pazienti clinicamente nodali negativi (cN0) è ancora oggetto di dibattito. Nel corso dello studio è stato calcolato un punteggio di propensione basato sui dati preoperatori e utilizzato per generare una ponderazione inversa della probabilità di trattamento (IPTW) stabilizzata. Sono state confrontate la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da recidiva dei pazienti sottoposti a linfadenectomia adeguata rispetto a quella inadeguata.
L’analisi ha coinvolto 706 pazienti cN0 sottoposti a chirurgia curativa per colangiocarcinoma intraepatico: di questi, 417 (59,1%) hanno ricevuto una linfadenectomia adeguata. Dopo un follow-up mediano di 33 mesi la sopravvivenza globale mediana è stata di 39 mesi e la sopravvivenza mediana libera da recidiva di 23. Dopo la stratificazione in base allo stato linfonodale al momento della patologia finale, i pazienti nodo-positivi hanno avuto una sopravvivenza globale (28 mesi) e una sopravvivenza libera da malattia (13 mesi) più lunghe dopo un’adeguata linfadenectomia. La linfadenectomia adeguata ha migliorato significativamente i risultati di sopravvivenza nei pazienti senza malattia epatica cronica e nei pazienti con tumori meno avanzati.
La linfadenectomia (LND) è essenziale per la stadiazione chirurgica del colangiocarcinoma intraepatico (ICC). Durante la resezione chirurgica del tumore è in realtà poco praticata dalla comunità chirurgica, con conseguente stadiazione e probabili esiti peggiori a lungo termine. I risultati di questo studio possono aiutare i chirurghi e i medici a pretendere un’adeguata linfadenectomia anche nei pazienti cN0.