Quali sono le necessità dei pazienti con tumore del fegato
Ammontano a 13mila i nuovi casi di epatocarcinoma registrati in Italia nel corso del 2020. Oltre la metà di questi ha avuto come origine i virus dell’epatite B e C. È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’associazione EpaC proprio per capire quali sono le necessità dei pazienti con tumore del fegato. Soprattutto in virtù del fatto che si tratta di una neoplasia che non genera sintomi evidenti e specifici, tant’è che solo il 10% delle diagnosi viene effettuato nella fase iniziale quando l’intervento chirurgico può risultare risolutivo.
L’assistenza quotidiana è uno dei bisogni primari che spesso comporta impatti non indifferenti in termini economici e sociali sull’intero nucleo familiare del paziente. L’epatocarcinoma è la forma più diffusa che vede maggiormente a rischio i soggetti predisposti ad avere danni persistenti al fegato generati da abuso di alcol, malattie genetiche, diabete o epatite B e C. Il 75% delle persone coinvolte dall’indagine ha confessato di avere avuto necessità dell’aiuto di un familiare, il 3% di un sostegno retribuito, mentre il 25% ha dichiarato di non aver avuto bisogno di supporto. Tra le necessità dei pazienti con tumore del fegato è emersa, in un caso su due, quella di ricevere informazioni chiare e precise sui centri a cui doversi rivolgere. Circa la metà ha inoltre dichiarato di ritenere essenziale la possibilità di accedere a percorsi prioritari per l’accesso a poli di eccellenza e il 52,4% di essere informato sulla disponibilità di terapie sperimentali e partecipazione a trial clinici.
Tra le necessità dei pazienti con tumore del fegato è emersa anche la possibilità di contare su centri specialistici in grado di assicurare un’assistenza multidisciplinare a 360°. Il 63% ha infatti confessato di essersi dovuto rivolgere a più strutture, oltre a quella che lo aveva in carico, prima di ottenere una diagnosi completa. In merito alle terapie, il trapianto è la procedura più efficace per risolvere anche problemi come la cirrosi epatica. Altre soluzioni riguardano la radiofrequenza e la chemioembolizzazione.