Trapianti d’organo, le donne sono le più brave
C’è anche la prima italiana ad aver effettuato un trapianto di fegato tra le dottoresse che premiate a Napoli in occasione del convegno della SITO. Si chiama Manuela Rocella ed è dell’università di Pisa. Fra i chirurghi che si occupano di trapianti d’organo, infatti, uno su cinque è donna e, a livello assoluto, sono 65 le specialiste che hanno eseguito un intervento in totale autonomia.
Come ha sottolineato il presidente della SITO, Ugo Boggi, “molto spesso si sente parlare di parità di genere solo in termini burocratici. Nel nostro caso, invece, il quadro è diverso: quello dei trapianti d’organo è un ambito prettamente maschile nel quale abbiamo voluto ribadire quanto prezioso sia il ruolo che ricoprono le nostre colleghe. Ne è emerso un coinvolgimento che supera qualsiasi teoria sulla parità di genere”. A conferma di questo c’è stata anche l’indagine che, proprio la SITO, ha condotto insieme al Centro nazionale trapianti: “Nei 95 centri trapianto che hanno partecipato abbiamo scoperto che uno su cinque specialisti è donna e sono 44 quelle che regolarmente conducono un intervento da sole”. Quello in corso a Napoli è un momento di assoluto confronto per la comunità scientifica dei trapianti, un settore che ha retto l’urto della pandemia a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi europei: “L’Italia – ha detto il diretto del CNT, Massimo Cardillo – prima di tutti ha messo a punto un protocollo che prevedeva l’utilizzo di organi per il trapianto provenienti da pazienti positivi al Covid. Una dimostrazione straordinaria di sicurezza ed efficacia di questa procedura”.
Tra le donne premiate a Napoli ci sono Luisa Belardinelli, prima ad eseguire in Italia un trapianto di rene al policlinico di Milano; Elena Orsenigo, prima in trapianto di pancreas al San Raffaele; Sofia Martin Suarez che, al Sant’Orsola di Bologna, ha effettuato un trapianto di cuore.