Focus 07 Luglio 2022

I fattori metabolici che predispongono alle malattie epatiche

Sono due i fattori metabolici che predispongono alle malattie epatiche. È quanto emerge da uno studio di coorte della Harvard Medical School di Boston pubblicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology che ha individuato nella resistenza all’insulina e nell’aumento della circonferenza addominale due forme associate a un rischio maggiore di sviluppare steatosi e fibrosi.

Si tratta della prima indagine di questo tipo che si è basata sui dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) relativi a 4369 partecipanti. Di questi, 2732 erano adulti sani, 1234 con steatosi epatica e 403 con fibrosi. La presenza di due o più fattori metabolici ha conferito maggiori probabilità di sviluppare le due patologie, indipendentemente dall’elevato indice di massa corporea e dal diabete. I soggetti con due o più fattori metabolici avevano probabilità significativamente più elevate di steatosi e fibrosi. L’insulino-resistenza e l’aumento dell’obesità centrale, misurata dalla circonferenza vita elevata, sono stati i primi due fattori metabolici per la steatosi.

È stata stabilita la relazione tra la circonferenza vita e il rischio di sviluppare steatosi, con l’ipotesi di fondo che il grasso viscerale sia un fattore chiave nello sviluppo della malattia epatica e che la circonferenza vita (o l’aumento dell’obesità centrale) sia un surrogato del grasso viscerale. Allo stesso modo, l’insulino-resistenza è stata ampiamente studiata nei pazienti con NAFLD, ma se l’insulino-resistenza sia una causa o una conseguenza della NAFLD non è ancora chiaro. I risultati si aggiungono a quelli precedenti in due modi significativi. In primo luogo, per quanto riguarda la steatosi e la fibrosi, tra l’intero gruppo di fattori che compongono la disfunzione metabolica, una maggiore circonferenza vita e l’insulino-resistenza sono i due fattori più importanti. In secondo luogo, sebbene la circonferenza vita e l’insulino-resistenza siano correlate, l’inclusione di entrambi i fattori aumenta l’accuratezza della classificazione rispetto a un modello che include solo la circonferenza vita o l’insulino-resistenza sia per la steatosi che per la fibrosi. 

Considerando che la malattia del fegato grasso rimane sotto-diagnosticata nel mondo, i risultati evidenziano la possibilità di semplificare i criteri e la definizione dei fattori metabolici che predispongono alle malattie epatiche per identificare i gruppi a più alto rendimento per lo screening e la stratificazione del rischio.