Screening per l’epatite C, a Bergamo via agli esami del sangue
Sono iniziati nei giorni scorsi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo gli esami del sangue per lo screening per l’epatite C. I test, gratuiti, sono rivolti alle persone nate tra il 1969 e il 1989 e potranno avervi accesso anche i pazienti ricoverati in occasione del primo prelievo del sangue eseguito in reparto oppure, in caso di intervento chirurgico programmato, durante il prericovero.
“L’epatite cronica da HCV (Hepatitis C Virus) è una patologia che colpisce il fegato, causandone una infiammazione che tende a cronicizzare – spiega Stefano Fagiuoli, Direttore del Dipartimento di medicina dell’ASST Papa Giovanni XXIII – È una patologia subdola perché spesso è silente e non dà sintomi immediatamente riconoscibili. Il suo aggravarsi può portare a cirrosi, insufficienza epatica e tumori del fegato. Fino al 2015, anno dell’introduzione dei farmaci in grado di curare efficacemente l’infezione, in Italia moriva una persona ogni 30 minuti per le conseguenze di questa patologia. I farmaci oggi disponibili sono molto efficaci e permettono di guarire completamente. La diagnosi precoce è però fondamentale per poter avviare il paziente al percorso di cura. Si stima che le persone affette da epatite C in Lombardia siano ancora tra le 100 mila e le 150 mila, molte delle quali inconsapevoli dell’infezione o mai indirizzate verso un centro di cura”.
Lo screening per l’epatite C consiste nella ricerca degli anticorpi attraverso un semplice prelievo di sangue ed è raccomandato a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 che non hanno mai assunto i farmaci orali contro l’epatite C. Alcune categorie sono particolarmente a rischio di contrarre l’infezione: persone emotrasfuse o sottoposte a interventi chirurgici prima degli anni ’90, persone sottoposte a procedure odontoiatriche o estetiche (per esempio tatuaggi) a basso standard di sterilizzazione, persone che usano o hanno usato sostanze stupefacenti, emodializzati ed emofilici che abbiano ricevuto emoderivati prima degli anni ’90, persone originarie di aree a maggior rischio di infezione da epatite C (Egitto, Pakistan, Afghanistan, Medio Oriente), persone con infezione da HIV o da epatite B.
Il risultato del test viene consegnato insieme ai risultati degli altri esami del sangue. Le persone risultate positive al test vengono ricontattate per avviare il percorso di cura.
La campagna di screening rientra nel Programma per l’Attuazione del Piano di Eliminazione del Virus dell’epatite C promosso da Regione Lombardia. Già a luglio 2021 la ASST Papa Giovanni XXIII aveva aderito, insieme ad altri tre centri lombardi, alla prima campagna pilota di screening di massa contro l’epatite C promossa dalla Regione, eseguita in concomitanza con la vaccinazione contro il Covid.
“La prevenzione è uno strumento fondamentale per ritardare l’emergere della cronicità. Il mio invito rivolto ai cittadini di Bergamo è di aderire ai programmi di screening. Una scelta che aiuta il sistema sanitario a prendersi cura della nostra salute e ci permette di mantenere uno stato di benessere e di scongiurare evitabili sofferenze”, ha commentato Letizia Moratti, vice presidente e Assessore al Welfare di Regione Lombardia.