Un nuovo software per diagnosticare le malattie del fegato
C’è un alleato in più, per radiologi e clinici, per individuare una patologia epatica e pianificare la terapia corretta, in particolare se si tratta di tumore. Si chiama Hepatic VCAR (Volume Computer Assisted Reading) ed è il nuovo software per diagnosticare le malattie del fegato in dotazione al Policlinico di Modena.
Si tratta di un sistema di rielaborazione delle immagini TAC che, come spiega il professor Pietro Torricelli, Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, “consente di ottenere, in modo rapido e perfettamente riproducibile, il volume epatico totale, il volume dei diversi lobi e segmenti di cui il fegato è composto e quello delle eventuali lesioni tumorali in esso presenti. Queste informazioni sono fondamentali sia per la pianificazione nel trapianto di fegato, in particolare nel paziente vivente, sia per calcolare il cosiddetto tumor burden, ovvero il volume complessivo della o delle lesioni tumorali presenti nell’organo, elemento che è determinante per la pianificazione della chirurgia resettiva epatica”.
Hepatic VCAR consente di elaborare automaticamente e velocemente i dati dell’esame TAC e, tramite analisi automatiche di deep learning, genera accuratissime ricostruzioni dell’anatomia vascolare arteriosa e venosa del fegato ed analisi volumetriche, sia del fegato in toto che dei singoli segmenti epatici, da cui è possibile calcolare rapidamente, in ogni singolo paziente, la quota di fegato che residuerà dopo l’intervento chirurgico. Il calcolo del volume della massa tumorale consente anche di monitorare nel tempo, con estrema accuratezza, la risposta a trattamenti sistemici o regionali delle lesioni epatiche.
Negli ultimi anni, oltre ai grandi sviluppi nelle tecniche di resezione, si sono molto ampliate le indicazioni al trattamento chirurgico e trapiantologico di molte forme, non solo nei tumori primitivi come l’epatocarcinoma e il colangiocarcinoma, ma anche nelle metastasi di patologie oncologiche, primi tra tutti i tumori del colon-retto. “Le moderne tecniche chirurgiche epatiche – aggiunge il professor Fabrizio Di Benedetto, Direttore della Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e Chirurgia dei Trapianti di Fegato – si basano su alcuni principi fondamentali, quali la salvaguardia delle unità funzionali epatiche e dalla perfetta conoscenza del future liver remnant, ovvero la quota di fegato che residuerà dopo la resezione chirurgica che non deve essere inferiore al 25-30% del volume originario del fegato. Un nuovo software per diagnosticare le malattie del fegato come l’Hepatic VCAR è quindi per noi un grande aiuto nella scelta del miglior percorso possibile”.