Focus 15 Aprile 2020

Donazione e trapianto di organi e tessuti, il CNT lancia la campagna social per la Giornata nazionale

Medici, infermieri, operatori del 118 e altri rappresentanti del personale sanitario italiano. Sono i volti della campagna web e social lanciata dal Centro nazionale trapianti, insieme al ministero della Salute, in occasione della 23ª Giornata nazionale della donazione e del trapianto che si celebra domenica 19 aprile.

Un’iniziativa tanto semplice quanto efficace per coinvolgere gli operatori della rete trapiantologica italiana e sensibilizzare i cittadini sul dire “sì” alla donazione, soprattutto in un periodo così particolare come questo in cui la diffusione del Coronavirus sta modificando non solo gli stili di vita di ciascuno di noi, ma la stessa attività ospedaliera.

Come ha spiegato il direttore del Cnt, Massimo Cardillo, “anche se la maggior parte dei nostri operatori è impegnata sul fronte del Covid-19, l’epidemia non ha fermato i trapianti, un fatto avvenuto grazie a uno sforzo eccezionale di tutto il Servizio sanitario nazionale. In questo momento ci sono quasi 9mila le persone che aspettano un organo, ma l’impegno dei medici e degli infermieri non è sufficiente: serve che i cittadini dicano sì alla donazione. Questa emergenza ci ha insegnato che ognuno con i propri comportamenti è responsabile della salute di tutti”.

L’iniziativa, che rientra nella campagna del ministero “Diamo il meglio di Noi”, si intitola “Io faccio la mia parte. Tu puoi fare la tua. Dì sì alla donazione di organi e tessuti” e sarà una vera e propria chiamata generale alla solidarietà. Il modo per partecipare è molto semplice. È possibile condividere i post già presenti sulla pagina Facebook – Diamo il meglio di noi aggiungendo un messaggio di sostegno e gli hashtag #firmasubito e #facciolamiaparte, oppure si possono pubblicare le proprie foto e invitare gli altri a fare lo stesso taggando sempre la pagina e quelle delle aziende ospedaliere o dell’istituzione di appartenenza di ognuno.

Tra gli operatori sanitari che hanno scelto di sostenere la campagna ci sono alcuni dei medici e degli infermieri più coinvolti nell’emergenza coronavirus. C’è Michele Colledan, il chirurgo alla guida del centro trapianti dell’ospedale di Bergamo, autore insieme alla sua equipe di uno straordinario trapianto di polmoni il 19 marzo scorso, proprio nei giorni più drammatici dell’epidemia. O il rianimatore Marco Sacchi, responsabile locale del prelievo degli organi nella terapia intensiva del Niguarda di Milano. C’è anche Maria Capobianchi, a capo del team di ricercatrici dello Spallanzani di Roma che ha isolato il SARS-CoV-2 e consulente del Cnt per le infezioni virali nei trapianti. E c’è Luigi Biancone, direttore del centro trapianti di rene delle Molinette di Torino che in queste settimane ha accettato di trapiantare i reni dei donatori svizzeri che rischiavano di venire sprecati, dopo che Berna, a causa dell’epidemia, ha decretato la sospensione dell’attività trapiantologica. Insieme a loro, hanno aderito all’iniziativa operatori da ogni parte d’Italia, dal Nord al Sud del Paese.

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